Il progetto Radio – Aidel22 continua senza sosta…

Il progetto “RadioWeb” non è stato fermato dal Coronavirus. Nella settimana di San Valentino 21 ragazzi, tutti diversi tra loro ma uniti da obiettivi comuni, si sono ritrovati a vivere una settimana di formazione a Roma. In questa settimana, guidati da Francesco Grande, esperto radiofonico e paziente docente, con cui abbiamo condiviso ogni momento di questa coinvolgente esperienza, hanno vissuto tante emozioni, positive e negative, hanno condiviso spazi e tempo e hanno imparato le basi per poter iniziare a lavorare per una radio.

A febbraio si viveva nell’idea del lavoro in radio, ognuno si era fatto una rapprentazione, un’immagine di ciò che sarebbe o non sarebbe stato di quel progetto e adesso bloccati da un virus, che a febbraio ci sembrava solo “una cosa cinese” e su cui ci scherzavamo, sta diventando un disegno comune.

Si è pensato di utilizzare una delle tante piattaforme online, che in questo periodo permettono di collegare persone anche lontane, per portare avanti l’idea che volevamo iniziasse a prendere forma. Abbiamo pensato al bisogno dei ragazzi di ritrovarsi, di poter avere un impegno per allontanarsi dalla preoccupazione di un virus sconosciuto che ci teneva chiusi in casa e soprattutto abbiamo immaginato che ogni ragazzo avesse bisogno di un progetto che li facesse pensare al dopo, a immaginarsi di poter comunicare agli altri, attraverso la radio, quelli che sono i loro sogni, le loro paure e il loro bisogno di condivisione. Allora abbiamo attivato, grazie al supporto del consigliere Fausto Merlo, l’unica forma di comunicazione e di incontro possibile in questo periodo “VIDEOCONFERENZA”.

La prima conferenza non la dimenticheremo mai, tutti collegati, le emozioni di non sapere cosa sarebbe successo, come saremmo apparsi in video e se quello sarebbe stato l’inizio di un sogno che si realizzava o solo un’altra illusione persa. Questo era proprio quello che non volevamo, non volevamo deludere i ragazzi e soprattutto non volevamo che vivessero un’altra frustrazione ed è per questo che abbiamo deciso di andare avanti.

La gioia di ogni ragazzo, il sorriso sui loro volti quando si sono visti e il desiderio di sentire gli altri, ci hanno dato conferma che quella era la strada giusta. Il programma è nato strada facendo, volevamo capire cosa si aspettavano i ragazzi e soprattutto volevamo che ogni ragazzo costruisse un pezzo di questa radio, che la sentissero loro, che non la vivessero come cosa fatta da noi e rimandata a loro ma un mattoncino per volta fatto da tutti noi.

Questa fase del progetto è nata così ed ha dato i suoi risutati anche inattesi. I ragazzi si sono impegnati tutti in maniera sorprendente, aspettano le videoconferenze come se fossero colloqui di lavoro, conquistano ogni settimana il loro piccolo obiettivo che si trasforma in una registrazione. Ad ognuno è stata data la possibilità di scegliere il ruolo all’interno della radio così a essere più sereni.  Noi abbiamo creduto in loro e loro hanno creduto in noi e nessuno voleva deludere l’altro per non perdere l’occasione di un progetto comune che, delle volte ci sembra folle e ci fa sorridere e, delle volte sembra che, ecco, ci siamo che siamo ad un passo dal realizzare quel disegno che ognuno di noi ha nella testa.

 In questi mesi di videoconferenze ci siamo divertiti facendo battute, ci sono state le debolezze che abbiamo cercato di superare insieme, ci sono state idee portate a termine e idee che poi si sono modificate.

Oggi i ragazzi hanno dimostrato capacità di riflettere su se stessi, si sono dati delle possibilità per mettersi alla prova e poi hanno deciso quale fosse per loro il ruolo migliore, hanno dato dimostrazione di grande consapevolezza dei propri limiti ma si sono dati la possibilità anche di conoscere le proprie capacità. Nello stesso tempo hanno interiorizzato aspetti tecnici e piccole strategie per poter raccontare attraverso il microfono. Ci siamo tutti veramente messi in gioco cercando e trovando nuove modalità per migliorarci ad ogni incontro.

I ragazzi che ci sembravano, in fase di selezione, i più deboli e difficili da coinvolgere, oggi sono parte, non solo, attiva del programma ma anche indispensabili per la loro serietà, il loro umorismo e per quello che rappresentano per il resto del gruppo.

Caterina Asciano
Psicologa e psicoterapeuta

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